Un primo piano del sorriso di Serena Mabilia, illustratrice per l’infanzia di rare capacità
Ammirando i lavori di Serena Mabilia, illustratrice per l’infanzia, in una mostra aperta troppo poco a Vicenza, D’incanto t’incontro, è facile andare con la memoria a illustri maestri: il parallelo si coglie specialmente nel volo, che è un tema ricorrente nelle sue tavole. Il volo significa libertà e, come spiega l’autrice, desiderio di leggerezza. E chi non la vorrebbe? Calvino l’ha indicata come una delle sei parole del nuovo millennio e le interpretazioni artistiche di Serena sono interessanti. Del resto, quando si parla di volo nella pittura il pensiero va a Chagall, Folon e Matisse.
Una bella tavola di Serena, con i protagonisti in volo fra le stelle. L’illustrazione è stata realizzata per La Piccionaia, che porterà in giro nel Veneto la mostra, organizzata appunto dal centro teatrale e da Michela Meggiolaro
Una splendida tavola di personaggi con antenne e ali, tra stelle e comete che somigliano a spermatozoi (forse no ma è lo stesso, dalle stelle è nata la nostra vita) fa pensare a Il volo degli innamorati sulla città di Chagall: sempre nuova vita è. La bambina sulle spalle del papà che lancia un aeroplanino di carta in mezzo a tanti aerei nel cielo oppure i bambini arrampicati su un maestoso cigno che vola alto non possono non ricordare i tanti uomini nel cielo disegnati da Jean Michel Folon oppure l’Icaro di Matisse, che fra l’altro è il simbolo della mostra dedicata al grande maestro attualmente allestita a Mestre.
L’accostamento non è eccessivo: perché la modestia, la sapienza, lo stile, la fatica quotidiana e soprattutto i risultati artistici di Serena meritano attenzione e valorizzazione.
Icaro di Matisse, simbolo della mostra di Mestre sul maestro
Gli innamorati in volo sulla città di Chagall
L’uomo in volo, un classico di Jean Michel Folon
Lei, nomen omen, è una persona delicata dal sorriso aperto. Ha il disegno nell’anima da quando era bambina. Così non s’è fatta mancare niente: studi al liceo artistico Martini di Vicenza, Accademia d’arte a Venezia, laurea a Urbino in design. Siccome per lei il tempo dev’essere una variabile indipendente – che Einstein pensi quello che vuole, accidenti! – cioè lo inventa e non lo subisce, ha frequentato anche dei corsi a Sarmede, Il paese delle fiabe come si definisce, ma soprattutto patria del festival dedicato ai bambini e agli illustratori.
Trent’anni, vicentina doc come la famiglia, anche se la carta d’identità parla di una nascita a Bassano (meglio precisarlo, altrimenti sotto il Grappa la arruolano subito nella Repubblica del Ponte) Serena disegna con la sinistra e taglia con la destra. Interessante, commenterebbe l’ispettore Poirot inarcando il sopracciglio. Perché disegnare con la sinistra è segno che sono particolarmente sviluppati i processi emozionali e l’elaborazione visuale e spaziale: lo spiegano gli studiosi a proposito della parte destra del cervello (che governa il lato sinistro delle funzioni) e lo testimoniano i suoi lavori. E noi ne godiamo i frutti.
Il cigno in volo con un bambino, un’altra tavola affascinante di Serena Mabilia
Da quattro anni, cioè da quando ha concluso gli studi, Serena Mabilia ha illustrato una dozzina di libri e realizzato altrettante copertine. Ha lavorato con molti editori, tra cui Einaudi ragazzi e Mondadori. Dal 2020 scrive e disegna per la rivista Andersen di Genova e ha collaborato anche con il museo Maxxi di Roma. Lavora nello studio di casa in modo infaticabile, dalle 8 alle 20, fatto salvo il pranzo, ascoltando musica, da quella indie ai norvegesi Sigur Ros, oppure ascoltando podcast. Esattamente di psicologia, perché le interessa capire la mente umana. Non spreca tempo, come si diceva.
Sempre il volo nella mente di Serena: una bambina lancia un aeroplano di carta nel cielo colmo di aerei veri. Immediato il riferimento al volo del Piccolo principe di Saint Exupery
Le noci trilobate, cioé divise in tre parti e non in due: un caso rarissimo in natura. Sono la passione dell’artista
Una curiosità riguardo alla vita della giovane artista la racconta lei stessa: ama le noci trilobate, quelle che sono divise in tre parti e non in due. Caso raro, rarissimo che era considerato talmente sintomo di buona fortuna, più del ritrovamento di un quadrifoglio, che un tempo nelle campagne si consigliava di strofinare le noci su una ferita, naturalmente recitando una preghiera, per essere sicuri della guarigione. Leggende poco credibili a parte, Serena ne conserva cinque, tutte regalatele dal papà e guai ad aprirle.
L’artista vicino alla locandina della sua mostra, aperta solo pochi giorni a Vicenza. Molti ritengono la bambina disegnata un autoritratto di Serena. Ma non è così
Tornando alla sua attività, lei ha due riferimenti nella pittura: da un lato gli impressionisti, per la leggerezza che trasmettono (rieccola) e dall’altro Carson Ellis, sua collega canadese-americana di 48 anni che ama Schiele e l’espressionismo tedesco. Ellis è diventata celebre per il libro Wildwood, un best seller fantasy di 541 pagine uscito nel 2011. Ne è autore il marito, il musicista Colin Meloy, e racconta le avventure di due 17enni finiti in una foresta magica. Edito dal New York Times, la prima edizione ha venduto 250mila copie. Chissà che Serena abbia la stessa fortuna: in fatto di creatività e tenacia le doti sono le stesse di Carson.
Antonio Di Lorenzo