Ladisa: “Voglio portare a Vicenza Wim Venders, Steven Spielberg e Amy Adams”

Grande annata per l’Odeon, dal restauro della sala e dell’arredo al numero di spettatori. Il direttore Enrico Ladisa spiega i suoi obiettivi culturali e qualche “colpo” che ha in mente con grani star di Hollywood

Vuole portare a Vicenza, al suo Odeon, Steven Spielberg, Amy Adams e Wim Venders. E non è detto che non ci riesca, visto che più si va in alto e più – di solito – si trovano persone cortesi e disponibili. Certo, bisognerà trovare uno spazio in agende fittissime. E poi ci sono altre variabili, dai costi alle motivazioni degli interessati. Ma Enrico Ladisa, 44 anni, direttore del cinema Odeon, ha fiducia, perché è una persona pacata e concreta. Da Nanni Moretti a Marco Bellocchio, da Margherita Buy a Saverio Costanzo fino a Marco Tullio Giordana l’anno scorso ha portato diversi big a Vicenza. Si divide fra Torino, città in cui lavora alla Lavazza grazie alla sua laurea in economia alla Bocconi e Vicenza, città in cui vive e coltiva la sua passione per i film. Ne guarda almeno tre alla settimana, che moltiplicati per venticinque anni di attività significa averne immagazzinati nella memoria quasi 4000. Ladisa ha dato una spinta notevolissima al nuovo corso del cinema: arredi nuovi e restauro dell’ex chiesa, con una spesa di oltre 400 mila euro.

Enrico Ladisa, 44 anni, direttore dell’Odeon: ha obiettivi di spessore per il cinema e la città

I risultati?

Il 2024 è stato un anno a tutte stelle. La stagione al cinema e all’arena estiva ha portato 75mila spettatori: siamo ai livelli pre-pandemia, quando erano 80mila. A Capodanno,al primo giorno di proiezione di Maria, il film sulla Callas, l’Odeon ha avuto il primato di spettatori nei cinema del Triveneto.

Come se lo spiega?

C’è una passione per il cinema a Vicenza che s’è sedimentata negli anni e resiste nonostante il cambio generazionale. L’Odeon ha una personalità che le multisale non hanno. Vivi fino in fondo un’esperienza, quella del cinema, che è fra le poche attrattività del centro alla sera.

Il centro di Vicenza è vuoto? Se ne lamentano in parecchi

Non è mai abbastanza quello che si organizza a Vicenza. Il centro resta un po’ ai margini e d’inverno è dura. Tutti protestano con l’amministrazione comunale, che deve darsi da fare, non c’è dubbio, ma ci vuole anche il coraggio dei privati: qualcuno c’è, ma il saldo è negativo.

Com’è nata la passione per il cinema?

Amy Adams, una delle stelle di Hollywood, è nata a Vicenza. Ladisa vuole portarla a Vicenza

Quando partecipavo all’Associazione Studenti. Il primo anni di università aiutavo il celebre Frank come maschera: guadagnavo qualcosa, studiavo e vedevo i film. Era un bell’ambiente, ricco di fascino, con Lina Santucci e Guido Zovico fra gli altri.

Siete davvero il più antico cinema d’Italia ancora in attività?

Certo, abbiamo le prove. Abbiamo scandagliato l’archivio e trovato il documento del 1907 di chi voleva affittare la sala.

Quali sono i vostri riferimenti?

Guardiamo a quello che fanno le altre città: Torino, Bologna, Pordenone e Brescia investono sul cinema. Puntiamo a interessare i giovani, offrendo loro film restaurato. I giovanissimi non hanno mai visto Pulp fiction e lo scoprono al cinema.

Come definisce il pubblico vicentino?

È istruito – lo colgo all’Odeon ma anche all’Araceli – che legge, conosce.

Chi vincerà la sfida tra cinema e tv? Con ogni buona volontà, il pubblico del cinema è in calo. Tant’è che gli attori e registi hanno firmato un impegno per comprare e far rivivere le sale che stanno chiudendo a Roma per evitare che siano preda dei palazzinari e diventino garage.

C’è un problema di legge, prima di tutto: in Italia bastano 110 giorni per consentire a un film di essere trasmesso in tv. In Francia il periodo è di due anni. Secondo me esiste ancora un desiderio forte di uscire di casa: il cinema è ancora la modalità giusta per gustare un film.

Come sostiene la sua politica di coinvolgere i giovani?

Con il lavoro nelle scuole, per esempio. Il premio David di Donatello giovani è votato dalle superiori di tutta Italia. Nel Veneto la giuria si riunisce all’Odeon, in sala Lampertico, e a Treviso.

Avete restaurato la sala del cinema e tutti hanno apprezzato

È stata una scommessa forte.

Qual è il film che le piace di più?

Una scena de Gli insospettabili, con Laurence Olivier e Michael Caine, uno dei film più apprezzati da Ladisa

Gli insospettabili del 1972, con Laurence Olivier e Michael Caine che stanno da soli in scena per due ore. Fu l’ultimo film di Joseph L. Mankiewicz

…quello del Giulio Cesare, con il celebre monologo di Marlon Brando – Marco Antonio

Lui. Gli insospettabili mi piace per un mix di elementi: l’importanza della recitazione (a me piace molto una recitazione teatrale), il testo, la sceneggiatura.

E quali altri film le piacciono?

Nel campo del noir sicuramente Il terzo uomo e poi tutti i film di Hitchcock, di Truffaut, la Nouvelle vague.

Di tutte le persone ha incontrato, chi ricorda con più affetto?

Beh, Nanni Moretti è anche un amico, abbiamo costruito davvero un rapporto affettuoso. Quando venne a Vicenza nel 2023 per un recital su Caro diario, c’era costì tanta gente che fu costretto a una replica il giorno dopocon una matinée. Commentò: Non ne ho mai fatta una nella mia vita.

Wim Wenders è uno dei grandi registi che Ladisa vuole portare a Vicenza

Lui è proprietario anche di un cinema a Roma

Per questo è un regista che conosce le esigenze dei cinema.

Qualcun altro che ricorda con simpatia?

Marco Tullio Giordana, il nobile del cinema italiano, davvero un signore. Pupi Avati è incontenibile, quando presentò il suo film parlò per un’ra e dieci minuti.

Chi l’affascina del passato e avrebbe voluto conoscere?

Truffaut sicuramente, e poi Fellini, che veniva spesso a Vicenza e fece debuttare al cinema Palladio La strada nel 1954. Forse è stato anche all’Odeon. Ma forse.

Aveva il suocero che abitava qui e lavorava alla Montecatini. Qualche altro grande regista che spicca nella storia dell’Odeon?

Abbiamo le foto di Luchino Visconti alla proiezione di Ossessione del 1943: parliamo di un regista che aveva Zeffirelli e Rosi come aiuto. Probabile che sia stato all’Odeon anche per la proiezione di Senso nel 1954. Sicuramente sono stati all’Odeon anche Zavattini, Blasetti e Olmi. Il lavoro di Gastone Schiavotto è molto utile per noi.

Chi bisogna tenere d’occhio fra i nuovi registi?

Senz’altro Alice Rohrwacher e la nuova avanguardia, con gli emergenti come Fulvio Risuleo. Ne sentiremo parlare.

E tra gli attori?

Alba Rohrwacher è stata finalmente riconosciuta anche da noi in Italia.

Di recente ha avuto ospite Margherita Buy, il cui bisnonno Tito Buy è stato il fondatore e primo presidente del Vicenza calcio.

È stata divertente: ha rifatto se stessa, con tutte le sue paure.

Dall’Italia a Hollywood, ha qualche sogno?

Prima o poi vorrei portare a Vicenza Amy Adams, che è nata qui e ha sfiorato l’Oscar. Ha chiamato la figlia Aviana, sicuramente in onore dell’altra città dove ha lavorato il padre, la base di Aviano in Friuli, e ha vissuto anche lei.


Un’immagine di Steven Spielberg: portarlo a Vicenza è uno degli obiettivi di Enrico Ladisa

Un bell’obiettivo. Altri sogni?

Con Wim Wenders ci scriviamo. È sempre molto gentile. E poi mi piacerebbe portare a Vicenza anche Steven Spielberg…

Però. Se bisogna sognare, meglio farlo in grande

Lei sa che Spielberg è stato un periodo tra Vicenza e Zugliano quando aveva 27 anni, ospite di Luigi Gino Pellegrini, pittore, che aveva conosciuto a Hollywood come scenografo di Kubrick in Odissea nello spazio?

Certo. Crede che in nome di quel mese e mezzo vicentino riuscirà a convincerlo?

Proviamo.

Quanti film ha proiettato l’Odeon nella sua storia?

Oltre 17mila titoli diversi. Stiamo pubblicando la filmografia dal 1907 a oggi. Abbiamo trovato una preziosa agendina del proiezionista che va dal 1972 al 1990. Il primo film fu francese, La presa di Roma. Oggi proiettiamo 180-190 film all’anno. L’anno scorso sono stati 178.

Antonio Di Lorenzo