
Luigi Borgato asssieme a Giovanni Bertolazzi, costruttore e concertista assieme al loro superpianoforte
Chi era presente alla chiesa di San Giovanni Battista ad Arzignano domenica pomeriggio ha assistito a due autentiche magie: la prima sbocciata dal talento di Giovanni Bertolazzi, pianista di 27 anni di Monteforte d’Alpone che stupisce non da oggi il mondo della musica internazionale, e la seconda dovuta al pianoforte Gran Prix 333 di Luigi e Paola Borgato, uno strumento potente e luminoso che è rarissimo poter ascoltare, dato che il costruttore lo cede solo a mani esperte. La prima esibizione pubblica risale al 2017 proprio con Giovanni Bertolazzi che, a novembre 2024 a Firenze, ha inaugurato la stagione del Maggio fiorentino sempre con questo straordinario strumenti. Mani e testa dell’amico Giovanni sono altro che esperte, direi sagge, a suggello di una lunga amicizia e frequentazione con l’artigiano Luigi e la moglie Paola. Non a caso i simili si riconoscomo: il giovane maestro è persona di umiltà e sapienza rare, qualità che più si va in alto più si trovano unite.

Giovanni Bertolazzi in un momento del sui concerto nella chiesa di Arzignano
I due maestri, l’artigiano e il pianista hanno fatto rifulgere reciprocamente le doti dell’uno e dell’altro nel concerto. Il risultato è stato un concerto raffinato, reso interminabile dai bis nati dagli entusiasmi che sono divampati nel pubblico: cinque pezzi in programma e cinque bis. Gli appassionati, tra cui la sindaco Alessia Bevilacqua, è accorso per celebrare l’anniversario, sessant’anni, della chiesa progettata da Giovanni Michelucci nel 1965. L’occasione è nata grazie a un pool di associazioni, in prima linea Il filumiero, collettivo civico animato da Stefano Frighetto e Stefano Fracasso animatori.

Il piano visto di fronte, con la tastiera e la particolare pedaliera in primo piano
Bach, Busoni, Verdi, e poi Puccini (e vari altri) ma soprattutto Liszt sono stati una sorta di Stairway to heaven per il pubblico, tanto per usare una metafora musical zeppelinania che anche i non classici possono apprezzare. Liszt è amatissimo dal giovane maestro che ha inciso con l’etichetta Borgato Music e ovviamente sul superpianoforte la Piano sonata in B minor è il pezzo che ha inserito l’etichetta e il concertista nell’olimpo degli interpreti. Basti dire che quel premio l’avevano vinto prima di lui Claudio Arrau e Maurizio Pollini mentre la navicella dell’ingegno di Borgato, distillata nel piano e nell’etichetta ha superato nel concorso colossi come Deutsche Grammophon. Quella di Davide contro Golia fu un’impresa meno impegnativa quella volta.

Luigi Borgato e Giovanni Bertolazzi premiati a Budapest sotto il busto di Liszt per il cd sulel musiche del grande ungherese realizzato con l’etichetta di Borgato Collection e ovviamente il suo pianoforte nelle mani di Giovanni.
Il piano dei Borgato è più lungo di 55 centimetri rispetto agli altri il che gli fornisce la statura da record: ha cinque pedali anziché tre per esaltare meglio le sonorità, ma questo è solo uno degli accorgimenti. È costruito con 15 mila pezzi, il legno Luigi lo va a prendere a Passau, in Germania. Lo strumento l’ha studiato per dieci anni e si pone come uno tra i migliori al mondo. Se uno Steinway gran coda costa 240 mila euro, quello di Borgato (ognuno è un pezzo unico) vale il doppio, oltre mezzo milione di euro. Ma se li merita tutti. “C’è una ricchezza timbrica straordinaria in tutti i registri – ha spiegato Bertolazzi – Il suono è potente, l’intensità incredibile, con bellissime e lunghissime risonanze”.