È morto il prof. Boesso, ironico docente di fisica per 40 anni al “Lioy”

Era una persona di grande empatia, accogliente e divertente. I ragazzi lo amavano molto. Generazioni di studenti sono stati suoi allievi. Alcuni di loro sono stati chiamati da tutto il mondo a tenere “lectio magistralis” per i 100 anni del Lioy l’anno scorso.

È morto il professor Giampietro Boesso, figura storica tra gli insegnanti vicentini, docente di matematica e fisica per quarant’anni al liceo Lioy. Aveva 86 anni. Era un insegnante molto amato dai ragazzi perché era una persona accogliente e inclusiva, che sapeva affascinare gli allievi, creava empatia e interesse verso una materia non semplice. Fisico di formazione universitaria, era una persona preparata, ma anche ironica e divertente. Sapeva interessare i ragazzi perfino con qualche esperimento (teorico) come quello sulla vendita dell’oro che per effetto della differente accelerazione di gravità può pesare (e quindi valere) diversamente ai due angoli opposti di piazza dei Signori.

Una foto che risale a vent’anni fa del prof. Boesso

Come ricorda il più giovane collega e grande amico Luigi Cariolato nel 1999, grazie al preside Carollo assieme a Boesso riuscirono a realizzare il nuovo laboratorio scientifico al liceo. “Fu un lavoro di gruppo, concretizzatosi anche grazie all’architetto Mariano Rausse”.

Il laboratorio del 1999 al Lioy: si riconoscono i professori Boesso e Cariolato

Generazioni di studenti sono debitori al professor Boesso e vari di loro sono stati chiamati a tenere una lectio magistralis nell’ottobre 2024 all’interno della programmazione per le celebrazioni dei 100 anni del Lioy. Tra i relatori si può ricordare il nome di Filippo Crimì, allievo di Cariolato, assistente universitario a Medicina a Padova, ma a Vicenza prima parlamentare e poi presidente del conservatorio Pedrollo. Attualmente è presidente dell’Ordine dei medici di Padova.

Boesso arrivava prestissimo a scuola, attorno alle sette, per preparare tutto perché le lezioni non avessero intoppi di alcun genere. Oltre l’insegnamento, tra i meriti scientifici di Boesso c’è anche quello di aver introdotto al Lioy il piano nazionale di informatica. Ma creò oltre vent’anni fa le gite d’istruzione al parco nazionale d’Abruzzo, con visita ai laboratori del Gran Sasso.

Era una persona sensibile e impegnata in vari campi: aveva l’incarico di amministratore capo del consiglio pastorale alla parrocchia dei Servi. In una casetta a Rotzo, assieme alla moglie Teti, aveva le sue piccole coltivazioni.

Sono rimasti celebri alcuni suoi modi di dire che gli studenti ricordano ancora oggi, anche se hanno 50 o 60 anni: “Diavolo potente” è uno di questi ma c’ anche una metafora particolarmente significativa: “È come se mi chiedessi de biglietti in prima fila per il 2 giugno sostenendo di essere parente del Milite Ignoto”.