Il “Nuovo Corso” centro d’arte contemporanea nel giro di due anni: artefice la Fondazione Roi

A giugno sarà lanciato il “concorso a incarico” per architetti under 40. A dicembre sarà dichiarato il vincitore e nel 2026 partirà il cantiere che sarà concluso nel 2027. La strategia indicata dalla presidente Francesca Lazzari. Folla all’incontro. Il centro competerà con altri a livello internazionale
Un’immagine attuale dell’interno dell’ex cinema Corso “messo in sicurezza”

È l’obiettivo che attende da molti decenni e che può realizzarsi prima degli altri grandi interventi nel centro città. La rinascita dell’ex cinema Corso ha tappe serrate e un traguardo che quasi si può toccare, fissato nel 2027. Chiuso da 29 anni, l’ex cinema riaprirà, dopo una ristrutturazione totale, fra due anni e mezzo. L’annuncio arriva dalla presidente della Fondazione Roi, Francesca Lazzari, che in una conferenza stampa ha illustrato il percorso delineato dal CdA della Fondazione, proprietaria dell’ex cinema dal 2016. Il luogo scelto per l’incontro è stato il foyer del Corso e la notizia ha suscitato così interesse (segno di una viva attesa in città) che le sedie sono state parecchio inferiori ai partecipanti. All’incontro erano presenti anche gli altri quattro consiglieri: Beppe Nardin, Alvise Rossi di Schio, Antonio Vesco e Valeria Cafà.

Francesca Lazzari, presidente della Fondazione Roi: ha dato un cambio di direzione alla questione del Corso, decidendo di non venderlo e adesso un’accelerata alla destinazione e ai lavori

È stata confermata la destinazione del complesso a centro per l’arte contemporanea: mostre, rassegne, convegni e quanto si possa immaginare per competere con l’Italia (Trento, Padova e Ferrara) e con l’ambito internazionale. Mica scherzi, anche se la presidente precisa che “sarà diverso” da quello che già esiste. Immaginatela che s’alza in punta di piedi per allargare ancora più l’orizzonte d’azione. Vicenza, quindi, non solo recupererà presto un pezzo della propria storia e del proprio tessuto urbano ma vuol giocare anche un ruolo decisivo nel campo larghissimo della cultura che parla le lingue del mondo. Lazzari indica “grandi artisti” e di “eventi di rilevanza internazionale” e sulla sua determinazione c’è da scommettere.

Un’altra immagine dell’ex cinema inquadrato verso il fondo come si presenta attualmente. Tutto è fermo all’aprile 1996, in epoca pre digitale: il vecchio proiettore della cabina ha appeso il calendario dell’aprile 1996

Sulla ristrutturazione del Corso Lazzari ha raccolto buone volontà e finanziamenti, alcuni rivelati (sono intervenuti Lisa Borinato, past president dell’ordine degli architetti, al suo posto è stato eletto Romolo Balasso e Gianfranco Sasso, presidente della Banca Terre Venete) altri tenuti in pectore, come il papa con i cardinali.

Antonio Vesco, commercialista di alto livello e componente del CdA della Fondazione Roi

Di sicuro, la presidenza Lazzari ha impresso un’accelerazione mai vista sul tema: la rivoluzione sull’ex cinema è stata annunciata a settembre scorso quando s’è presentato il nuovo CdA e a maggio la strategia è messa nero su bianco. Primo passo sarà la pubblicazione di un concorso a incarico – a livello internazionale – riservato agli architetti under 40. Basterà presentare un’idea progettuale di massima per i 7000 metri cubi che formano il complesso dell’ex cinema, compresa la Cantinota (chiusa nel 2003) e i tre appartamenti sul tetto, uno dei quali ha 200 metri quadrati che già s’immaginano destinati agli artisti in residence.

Il tetto dell’ex cinema visto dall’interno: i lavori di ristrutturazione sono valutati nell’ordine di alcuni milioni di euro

Una giuria sceglierà fra i pervenuti i cinque migliori: “Spero arrivino più di 10 progetti e meno di 100”, sottolinea la presidente. Ma a parere di chi scrive se pure non si arriverà a cento ne saranno presentati moltissimi e per tre ragioni: il luogo, cioé mettere mano a un ristrutturazione del genere non capita spesso; la città, d’indubbia notorietà nel campo architettonico; e infine i giovani che hanno più fame degli adulti. Staremo a vedere. Non sono stati fatti i nomi dei componenti della giuria, ma la presidente assicura che sarà di livello internazionale. Chissà – ma questa è una speranza di chi scrive – che nella veste di giurato o presidente si riveda a Vicenza Renzo Piano che ha affetto per la città e si preoccupa molto dei giovani.

Un’immagine di archivio. Resterà la storia insegna “Cinema Corso” che appare ancora oggi

Ai cinque progetti selezionati si chiederà un progetto vero e proprio attorno all’idea che hanno proposto. Per dicembre di quest’anno sarà annunciato il vincitore e dal 2026 si partirà con il cantiere: la fine dei lavori è fissata per il 2027. Nel frattempo è stato messo in sicurezza, come si dice, l’immobile, con una spesa di 25mila euro. Non è stato definito a quanto ammonterà l’investimento complessivo, ma si ragiona nell’ordine di alcuni milioni di euro.

Un’immagine del cantiere interno all’ex cinema Corso in corso Fogazzaro

Antonio Vesco, che oltre a essere componente del CdA assieme alla moglie Cinzia Giaretta è contitolare di un importante studio di commercialisti, spiega che non si intaccherà il patrimonio della Fondazione, stimato in 41 milioni. Anzi, grazie a flussi cedolari s’incrementerà dell’1 per cento. Vesco è apparso assai sicuro (e del resto fino alla nomina nel CdA era sindaco della Fondazione, cioé ne garantiva i bilanci) quindi le basi finanziarie dell’operazione non impensieriscono.

Il vicepresidente della Fondazione Roi, Giuseppe Nardin

Nascerà, come ha precisato il vicepresidente Nardin, una fondazione a se stante per la gestione del Nuovo Corso. E, dal 2026, ci sarà un piano triennale per la gestione del Nuovo Corso. Ah, non cambierà la scritta Cinema Corso sulla facciata. C’è solo da sperare che all’ingresso, una volta ultimati i lavori, sia collocato un busto del marchese Giuseppe Boso Roi che se lo merita proprio.